Sono passati 90 anni da quando, nel 1919, Rico dei pini assieme a sua moglie Rina avviarono l’attività di ristoratori aprendo l’albergo ristorante “Ai Pini” a Tarzo. L’affabilità di nonno Rico e la grande passione per la cucina di nonna Rina hanno trovato la continuità nel lavoro e nell’impegno del figlio Bruno e di sua moglie Maria e, ora, anche la terza generazione ovvero Susanna e Giovanni, non tradisce i nonni.
L’albergo Ai Pini è noto nella zona per la posizione incantevole nella quale è situato (l’edificio è una villa del ‘600), per il clima di cordiale ospitalità che la famiglia Della Pietà ed i suoi collaboratori sanno offrire al cliente, non dimentichiamo, però, che “Ai Pini” ci si va per mangiare: la cucina è tradizionale e di territorio ma, per merito di Susanna, riserva sempre qualche piacevole sorpresa.
Come la gestione è alla terza generazione così anche buona parte della clientela: varia, amante della buona tavola e che si sente “a casa”, molti anche i giovani che sempre più numerosi riscoprono i piatti tradizionali. La cantina è in crescita costante ed è curata da Giovanni.
L’albergo Ai Pini si può senza esagerare considerare una istituzione, è stato testimone di quasi un secolo di storia, è cresciuto assieme al paese, ha ospitato le truppe dirette in Russia durante la seconda guerra mondiale, ha visto emigrare gran parte dei cittadini di Tarzo e li ha visti ritornare chi avendo fatto fortuna e chi no, ha visto il boom economico, la crescita e lo sviluppo fino ai giorni nostri.
Tratto dal menù della serata “a cena con l’autore” del 12 dicembre 2002
Angela Tonin nasce nel “cortivo dei faveri”,a Tarzo, nel gennaio del 1899. Ultima di nove fratelli passa indenne attraverso gli stenti di quegli anni, le atrocità della prima guerra mondiale e dell’invasione austro-ungarica. Come molti in quei tempi emigra e va a servizio presso una famiglia di aristocratici francesi ad Orano in Algeria. Dalla realtà italiana di quei tempi dove si mangiava, per sfamarsi, quel che si riusciva a mettere insieme, entra in un mondo dove il cibo è anche un piacere e conosce l’alta cucina spiando i gesti dell’abile cuoco francese. Quando l’Italia dichiara guerra alla Libia fa rientro in patria e successivamente trova occupazione presso facoltose famiglie di Conegliano. Le capita spesso di viaggiare al seguito dei suoi datori di lavoro, conosce così realtà diverse e persone nuove. Nel corso di quegli anni raccoglie molte ricette che trascrive su piccoli quaderni o su fogli di fortuna.
Persona di vivace intelligenza, colta, amante del canto e della musica, con uno spiccato senso dell’umorismo, coraggiosa, attenta a tutto ciò che la circondava la zia Angelina, sebbene figlia dell’800, aveva l’apertura mentale di una donna del XX secolo.
Noi l’abbiamo sempre vista in cucina tra i fornelli, oppure intenta a rammendare, cucire o “riciclare” qualche vecchio capo di abbigliamento per farlo “rinascere” in qualcos’altro. Metodica, scrupolosa ed attenta, quando realizzava una ricetta non voleva interferenze, tutto doveva seguire la liturgia prestabilita, anche il piatto più semplice meritava la stessa attenzione del più elaborato e veniva finito, presentato e servito come un grande manicaretto.
L’idea che anche la ristorazione debba seguire delle mode ci porta spesso alla mente zia Angelina che dalle mode non si è mai fatta trascinare (ma nemmeno le ha rifiutate), ha sempre voluto essere se stessa e con passione e professionalità ha saputo cogliere a far propri gli aspetti positivi delle innovazioni che via via ha incontrato senza preconcetti ma con senso critico. Questa una delle tante eredità che ci ha lasciato.
Tratto dal menù della serata dedicata alle “ricette di zia Angelina”, 8 novembre 2007
Dal catalogo “Ville Venete”:
Villa Grimani-Mondini (attualmente “Albergo ai Pini”, a Tarzo) è una “casa seicentesca a pianta quadrata, in posizione panoramica, con bella veduta sui colli circostanti. Costruita dai Conti Grimani. Portale d’ingresso ad arco di grossi conci bugnati, ed al primo piano finestra con poggiolo pure ad arco. Ha una piccola scuderia e due terrazze, una delle quali con caratteristico pergolato. Alcuni soffitti alla Sansovino.”